venerdì 31 dicembre 2010

Il problema dei Consorzi Intercomunali per i Servizi Socio Sanitari (C.I.S.S.)

Ultimo atto della mia attività, prima della chiusura dell'Aula per le festività Natalizie, è stato la presentazione di una interrogazione al Ministro della Salute per sollecitare un'azione di risposta alle gravissime criticità a cui vanno incontro i Consorzi per i servizi Socio Sanitari piemontesi.
In Piemonte c'è una forte difficoltà nel pianificare il proseguimento dell'attività dei consorzi al fianco dei comuni e si sta ancora attendendo la definizione degli stanziamenti forniti dalla Regione per questo scopo.
A rischio sono i cittadini serviti da questa realtà e, come ovvio, coloro che operano in esse: tanti lavoratori che in un periodo così difficile posti in una situazione di ancor maggiore incertezza.
La soluzione che si profila all'orizzonte è il ricorso, da parte dei comuni, alle ASL al fine di lasciar loro l'erogazione dei servizi sociali: una soluzione, a mio avviso, priva di futuro.
Le preoccupazioni sorte tra i lavoratori, i cittadini e dallo stesso Presidente del Consorzio, mi hanno spinto a fare questa interrogazione cercando di mantenere alta la guardia sul sociale perchè, oggi come oggi, di tutto abbiamo bisogno tranne introdurre confusione e indeterminatezza in quello che resta un settore delicato e a diretto contatto con storie di famiglie, uomini e donne, in grande stato di bisogno.
Sarà quindi mia premura sollecitare il ministro, alla ripresa dei lavori parlamentari, affinché venga data una risposta.

Si allega testo dell'interrogazione presentata:

BIONDELLI - Al Ministro della salute - Premesso che:
la Regione Piemonte, con legge regionale n. 1 dell'8 gennaio 2004, aveva provveduto ad applicare, per quanto di propria competenza, le previsioni normative contenute nella legge 8 novembre 2000, n. 328, recante "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali";
in particolare, per quanto riguarda le forme gestionali, viene esplicitamente previsto (art. 9, comma 1) che: "La Regione individua nella gestione associata, ed in particolare in quella consortile, la forma idonea a garantire l'efficacia e l'efficienza degli interventi e dei servizi sociali di competenza dei comuni";
considerato che:
sulla base di tale previsione normativa, in Piemonte risultano operanti 56 soggetti istituzionali (Comuni singoli e associati, Comunità montane, e Consorzi dei Comuni) che offrono prestazioni e servizi socio-assistenziali ai cittadini;
dal punto di vista dei finanziamenti, nel quinquennio 2005-2009 si è assistito ad un progressivo incremento del fondo regionale per le politiche sociali (2005: 54.882.647 euro; 2009: 81.000.000 euro);
con legge regionale 3 agosto 2010, n. 18, l'attuale Giunta ha operato una complessiva riduzione degli stanziamenti disponibili di parte corrente per l'anno 2010 di 12 milioni di euro, pari a circa il 15 per cento del totale;
inoltre, la stessa Regione Piemonte - a tutt'oggi - non ha ancora assicurato i finanziamenti agli enti gestori previsti nel bilancio 2010, nonostante diverse sollecitazioni formulate anche tramite l'ANCI regionale;
tale situazione, come è del tutto evidente, crea gravi difficoltà gestionali nel presente e revisionali per l'immediato futuro, stante l'incertezza e l'impossibilità per i Comuni di integrare con proprie quote l'importo mancante;
a tale aspetto di confusione sul versante economico-finanziario, vanno ad aggiungersi ulteriori elementi di grave incertezza: 1) il nuovo piano socio-sanitario più volte genericamente annunciato dalla Giunta regionale in sede di conferenze stampa ad oggi è sconosciuto alle altri parti politiche rappresentate in Consiglio nonché alle parti sociali; 2) il competente Assessore regionale ha formulato, verbalmente, una proposta che prevede il trasferimento dei servizi sociali, attualmente svolti dai consorzi, alle ASL nell'ambito della riorganizzazione sanitaria, determinando preoccupazione sulla sorte di quei servizi sociali che non rientrano nell'ambito dell'integrazione socio-sanitaria e che attualmente i Comuni hanno delegato ai consorzi; 3) la Direzione politiche sociali dà indicazioni agli enti gestori, sempre verbalmente, di procedere verso un superamento dell'attuale forma dei Consorzi di Comuni per approdare all'Unione dei Comuni, giustificando tale scelta con un risparmio economico dovuto al non pagamento delle indennità dei componenti dei Consigli di amministrazione dei Consorzi;
ritenuto che:
è in corso di emanazione il piano sanitario della Regione Piemonte, per cui nessuno dei destinatari, ivi compresi organizzazioni politiche ed associazioni sindacali, può conoscerne i contenuti;
i provvedimenti adottati dalla stessa Regione con la legge 3 agosto 2010, n. 18, già indicano un percorso di tagli improvvidi al settore socio-assistenziale, tanto da porre ulteriori oneri finanziari ai Comuni, da cui deriva la presa di posizione dell'ANCI;
tali tagli si commisurano eventualmente in un risparmio sulle indennità dei componenti dei Consigli di amministrazione dei consorzi, ben poca cosa a fronte di problematiche ben più evidenti;
il Piano sanitario nazionale poco o nulla dice in merito al settore socio-assistenziale,
si chiede di conoscere quali iniziative o provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare sulla problematica socio-assistenziale, dato che, in mancanza di linee guida o direttive, le Regioni, così come sta avvenendo in Piemonte, possono assumere iniziative tali che le lacune nel settore saranno sempre più evidenti e certamente non risolte o risolvibili, facendo gravare gli oneri finanziari su Comuni, già colpiti dalla riduzione dei finanziamenti.

martedì 21 dicembre 2010

Interrogazione sulla discarica di Trecate

Nonostante le notizie apparentemente positive emerse ieri, ho deciso di presentare al Ministro una Interrogazione in modo da mantenere la tua attenzione viva su questo territorio:

BIONDELLI -Al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

premesso che:

nei giorni scorsi numerosi cittadini di Trecate (NO) hanno manifestato, costituendo un comitato, contro la scelta di trasformare – nel quadro di un progetto di riqualificazione del territorio - una cava, aperta in occasione dei recenti lavori di costruzione della linea ad Alta Velocità “Cav To-Mi”, in una discarica di rifiuti inerti;

contro questa scelta, i cittadini opponevano obiezioni di carattere ambientale, data la già delicata situazione in cui versa il sito su cui è prevista l’opera, sia di carattere logistico, dato l’inevitabile traffico di mezzi pesanti che, una discarica di questa portata, avrebbe causato sull’area circostante;

è giunta ieri la notizia che dopo le forti pressioni della cittadinanza, la società incaricata della creazione e gestione del sito, pare abbia deciso di sospendere i lavori di realizzazione;

la situazione di grave pericolo ambientale nella zona permane comunque anche se già oggetto di precedenti interrogazioni.

ad oggi, la Provincia di Novara ( che sta divenendo un sito di stoccaggio di rifiuti speciali da circa 30 mila tonnellate) manca di uno strumento di programmazione relativo ai rifiuti speciali e le prospettive future non allontanano del tutto le possibilità che presto si torni a parlare di nuove discariche per stoccare quantità di rifiuti estremamente pericolosi per l’ambiente, oltre ad inquinarlo fortemente;

la recente cronaca ha dimostrato come il settore dei rifiuti speciali, laddove le istituzioni non siano estremamente vigili e caute nelle procedure di gestione degli appalti, possa lasciare pericolosi spazi di infiltrazione della criminalità organizzata che guarda con crescente interesse a questi business;

si chiede di sapere

quali misure il ministro intenda prendere per sollecitare le amministrazioni provinciali e regionali ad una maggiore attenzione al rispetto delle procedure di gestione dei rifiuti speciali specialmente quanto altamente pericolosi per l’ambiente;

quali misure legislative sono allo studio e se sono programmate azioni di controllo specifiche, anche e soprattutto nel Nord Italia, per prevenire e sanare eventuali infiltrazioni malavitose che possano mettere a repentaglio la salute dell’ambiente e della cittadinanza novarese con operazioni che si pongono al di fuori della legge

venerdì 17 dicembre 2010

Discarica di Trecate: Attenzione alta e presto un'Interrogazione


Questa mattina io e l'on. Elisabetta Rampi siamo state ricevute dal prefetto Amelio, insieme a una delegazione del Comitato Cittadino di Trecate, in merito al problema della Discarica nell'area di San Martino dove vengono interrati i cosiddetti "materiali inerti": rifiuti da laterizi, calce, residui di marmo, traversine etc etc .

Le preoccupazioni dei cittadini sono assolutamente fondate così come le critiche che vengono mosse a questa scelta: attendiamo comunque la conferenza dei servizi in cui si spera verranno tenute presente le problematiche quali l'impatto che si avrà sulla viabilità, il monitoraggio dei controlli di sicurezza e la presenza, in zona, di altre situazioni di forte rischio ambientale.

Il Prefetto ha precisato che non verranno compiuti atti illeggittimi: c'è infatti una delibera del 2008 che aveva individuato in quella zona il luogo deputato ad ospitare la discarica.

E' anche vero, però, che in quell'occasione la minoranza aveva abbandonato l'aula in segno di forte dissenso.

La domanda che sorge a noi parlamentari è: ma il presidente Cota e il presidente della Provincia di Novara, si son accorti che nel territorio dovranno essere gestite 30000 tonnellate di rifiuti speciali? Questo non è sufficiente per destare preoccupazione per l'ambiente e le ricadute sulla cittadinanza?

Sarà mia cura, e dell'onorevole Rampi, fare un'interrogazione parlamentare per chiedere ai ministri competenti in materia delle delucidazioni e comunque cercare di dare supporto a questo territorio con tutte le azioni legittime che potremo intraprendere.

giovedì 16 dicembre 2010

Un interrogazione a tutela dei lavoratori

Oggi ho presentato una lunga interrogazione al ministro del lavoro sulla questioni dei lavoratori Telecom.
Ecco il testo:

Senatrice Franca BIONDELLI
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
On. Sen. Maurizio Sacconi

PREMESSO che:
- L’articolo 12 della legge n. 122/2010 ha disposto che a decorrere dal 1 luglio 2010 la ricongiunzione (prima gratuita) nel Fondo Previdenza Lavoratori Dipendenti, dei periodi di contribuzione maturati dai lavoratori presso forme di previdenza sostitutive, esclusive o esonerative dell'AGO (tra cui anche il Fondo Telefonici, Elettrici, Ferrotramvieri) sia consentita solo a titolo oneroso per il lavoratore. Con la medesima decorrenza ha inoltre abrogato (tranne che per qualche caso limite) l’art. 28 della legge n. 1450/1956 che consentiva, a domanda dell’interessato o d’ufficio, il trasferimento gratuito della posizione assicurativa maturata nel Fondo Telefonici all’Assicurazione generale obbligatoria.
- con l’art. 12 del Decreto Legge n. 78/2010, convertito con modificazioni in Legge n. 122/2010, sono state modificate le disposizioni in materia di ricongiunzione e trasferimento dei contributi versati nel Fondo Telefonici verso l’Assicurazione generale Obbligatoria (AGO).
- In particolare, il comma 12septies del citato art. 12 ha disposto che a decorrere dal 1 luglio 2010 la ricongiunzione (prima gratuita) nel FPLD dei periodi di contribuzione maturati presso forme di previdenza sostitutive, esclusive o esonerative dell'AGO (tra cui anche il Fondo Telefonici) sia consentita solo a titolo oneroso per il lavoratore.
- Con la medesima decorrenza del 1 luglio 2010, il comma 12 novies ha inoltre abrogato l’art. 28 della legge n. 1450/1956 che consentiva, a domanda dell’interessato o d’ufficio, il trasferimento gratuito della posizione assicurativa maturata nel Fondo Telefonici all’Assicurazione generale obbligatoria.
- Prima delle nuove disposizioni, quindi, i lavoratori iscritti al Fondo Telefonici potevano:
- chiedere gratuitamente la ricongiunzione presso l’AGO dei periodi presenti nel Fondo Telefonici (art. 1 della Legge n. 29/1979);
- chiedere gratuitamente, una volta cessata l’iscrizione al Fondo Telefonici, il trasferimento della posizione assicurativa dal Fondo all’AGO;
- avvalersi, qualora al momento della cessazione dell’iscrizione al Fondo non avessero maturato il requisito contributivo necessario alla liquidazione della pensione nel Fondo, del trasferimento gratuito d’ufficio dei contributi nell’AGO.
- In questo quadro, il lavoratore che presentava una posizione contributiva divisa tra Fondo Telefonici e AGO poteva, attraverso gli istituti di cui sopra, utilizzare gratuitamente tutti i periodi contributivi per il raggiungimento dei requisiti pensionistici e la liquidazione di un’unica pensione calcolata secondo le regole dell’AGO.
- Inoltre, i lavoratori che avevano maturato la contribuzione esclusivamente nel Fondo Telefonici, potevano avvalersi della ricongiunzione gratuita presso l’AGO al fine di farsi liquidare il trattamento pensionistico più favorevole fra quello calcolato con le norme del Fondo e quello calcolato secondo le norme del FPLD.
- Le modifiche apportate dal Decreto Legge n. 78/2010 comportano, evidentemente, un danno in capo ai lavoratori iscritti al Fondo Telefonici che, al fine di accedere al trattamento pensionistico, saranno costretti:
- a pagare l’onere - considerevole – della ricongiunzione;
- in alternativa laddove possano raggiungere una contribuzione nel Fondo Telefonici almeno pari a 20 anni, a posticipare l’accesso alla pensione facendosi liquidare al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia una pensione principale dal Fondo e una pensione supplementare dall’AGO (con conseguente possibile riduzione dell’importo complessivamente percepito);
- in alternativa a ricorrere all’istituto della totalizzazione che, allo stato attuale, prevedendo sempre l’erogazione del trattamento secondo le regole del sistema contributivo, comporta un rilevante danno in termini di importo della pensione.
- L’INPS da parte sua ha recepito queste normative nella circolare n.142 del 5 novembre 2010, in cui definiva le modalità e le regole di calcolo di tale ricongiungimento.
- Detta Circolare, in particolare, per quanto riguarda i lavoratori iscritti al soppresso Fondo
Telefonici, così recita:
La norma in esame ha abrogato l’articolo 28 della legge n. 1450/1956 ma ha fatto salva l’applicazione della norma stessa nei casi in cui le condizioni per il trasferimento, d’ufficio o a domanda, si siano verificate in epoca antecedente al 1º luglio 2010.
Pertanto, continueranno ad applicarsi le norme dell’articolo 28 ove ricorra una delle seguenti condizioni:
1) aver cessato l’iscrizione al Fondo entro il 30 giugno 2010, avendo già perfezionato i requisiti per il diritto a pensione, ed aver presentato domanda di costituzione di posizione assicurativa entro la stessa data;
2) aver cessato l’iscrizione al Fondo Telefonici alla data del 30 giugno 2010 senza aver raggiunto tutti i requisiti anagrafici e contributivi per la liquidazione della prestazione di vecchiaia o di anzianità a carico del Fondo.
Per quanto riguarda l’ipotesi di cui al punto 2), qualora in favore degli interessati risultasse accreditata contribuzione di altra natura per periodi successivi alla predetta data, si potrà procedere alla costituzione della posizione assicurativa nel FPLD solo a condizione che tale ulteriore contribuzione non sia comunque sufficiente a perfezionare il diritto alla pensione del Fondo.
A tale proposito si sottolinea che la verifica delle condizioni che determinano la costituzione d’ufficio della posizione va effettuata con riferimento alla contribuzione maturata all’atto della cessazione dell’attività lavorativa che comportava l’obbligo di iscrizione al Fondo. Ai sensi del più volte citato articolo 28, la trasferibilità d’ufficio si configura infatti “qualora l'iscritto abbia cessato di prestare servizio alle dipendenze delle aziende indicate nell'art. 5 senza aver raggiunto il diritto a pensione e non si sia avvalso della facoltà di continuare volontariamente l'iscrizione al Fondo”.
La valutazione circa la trasferibilità d’ufficio potrà avvenire anche in sede di esame della domanda di pensione, fermo restando che il diritto alla costituzione della posizione assicurativa nel FPLD verrà conseguito solo se il soggetto avrà cessato il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2010 e non avrà comunque raggiunto, per effetto della contribuzione non obbligatoria, accreditata nel Fondo dopo tale data, né il diritto alla pensione di vecchiaia, né a quella di anzianità a carico del Fondo Telefonici.
Come già anticipato nei messaggi n. 21181 e n. 22889, rispettivamente del 12 agosto e del 9 settembre 2010 e nella circolare n.126 del 24 settembre 2010, con i quali è stato chiarito che non è più possibile procedere alla liquidazione del trattamento più favorevole fra quello calcolato con le norme del Fondo e quello determinato secondo le norme dell’AGO, le nuove norme in materia di trasferimento della posizione assicurativa si applicano sia alle istanze presentate dopo il 1° luglio 2010, sia a quelle presentate prima di tale data senza che ne ricorressero i requisiti, prescindendo assolutamente dalla data di decorrenza della eventuale pensione.
Si ritiene opportuno sottolineare ancora una volta che, a differenza di quanto previsto per le ricongiunzioni, è consentito chiedere la costituzione della posizione assicurativa solo quando sia venuto meno l’obbligo del versamento contributivo al Fondo. Conseguentemente, possono considerarsi legittimamente presentate solo le istanze avanzate in data antecedente al 1° luglio 2010 e solo se risulti contestualmente soddisfatto il requisito di cessazione dell’iscrizione al Fondo.
RILEVATO che:
- Gli effetti di questa normativa e della sua applicazione su decine di migliaia di lavoratori saranno devastanti e tali da impedire di fatto il percepimento della pensione di anzianità a moltissimi lavoratori ciò perché, secondo fonti e stime attendibili, gli importi di tale ricongiunzione ammonterebbero a svariate decine di miglialia di euro (dai 50.000 € in su). I lavoratori penalizzati da questa legge sarebbero quindi costretti ad indebitarsi per ottenere la pensione di anzianità oppure rinunciare e aspettare i 65 anni per ottenere la pensione minima di vecchiaia di gran lunga inferiore come importo.
- A questa pesante situazione si aggiunga il fatto che a distanza di oltre 1 mese l’INPS non ha ancora provveduto ad elaborare un programma elaborativo per il calcolo della ricongiunzione. Si determina quindi la paradossale situazione per cui i lavoratori coinvolti che avrebbero diritto alla pensione di anzianità rimandano tale scelta perché nessuno è in grado di dire loro quanto sarà il costo di questa ricongiunzione.
CONSIDERATO che:
- E’ evidente l’ingiustizia di questa legge per la disparità di trattamento che si viene a creare tra lavoratori con gli stessi requisiti di legge al momento della maturazione del diritto.
- Questa legge presenta numerosi aspetti d’incostituzionalità.
- E’ evidente che l’INPS non è in grado di dare seguito ad una sua stessa circolare, nonostante le numerose proteste dei lavoratori coinvolti, nonostante una lettera aperta inviata dalle Organizzazioni Sindacali alla Sua attenzione, ad Ella, sig. Ministro Sacconi che non ha dato alcun seguito a tali istanze.
- E’ inoltre venuta meno la possibilità di farsi liquidare il trattamento più favorevole.
- Per i motivi esposti e per finalità di equità cui deve essere improntato il sistema di previdenza di un paese democratico, è necessario a nostro parere rivedere le modifiche introdotte dal D.L. 78/2010, ripristinando la possibilità per tutti i lavoratori iscritti al Fondo Telefonici di ricorrere gratuitamente alla ricongiunzione o al trasferimento presso l’AGO.
Ciò quantomeno con riferimento a quei soggetti per i quali il ricorso agli istituti in parola (ricongiunzione e trasferimento) si renda necessario per il raggiungimento della pensione di anzianità nonché per quella di vecchiaia per i lavoratori che non maturino (per effetto della contribuzione obbligatoria e figurativa) i 20 anni di contributi nel Fondo Telefonici.
- Peraltro, tali modifiche normative – essendo state introdotte in sede di conversione del D.L. 78/2010 - sono state apportate con effetto retroattivo, rendendo di fatto impossibile per i lavoratori porre in essere eventuali azioni finalizzate a salvaguardare il diritto a pensione; ci si riferisce, in particolare, ai lavoratori ancora in servizio e iscritti al Fondo Telefonici alla data del 1 luglio 2010.
- Per tutti coloro che a questa data avessero cessato l’iscrizione al Fondo senza aver maturato i requisiti di età e contribuzione per l’accesso alla pensione, si ritiene che debba trovare applicazione il disposto dell’ultimo periodo dell’art. 12, comma 12novies, del D.L. 78/2010 che dispone che “è fatta salva l’applicazione dell’art. 28 della legge n. 1450 del 1956 nei casi in cui le condizioni per il trasferimento d’ufficio o a domanda si siano verificate al 1 luglio 2010”. Tale salvaguardia deve essere applicata anche ai lavoratori che prima del 1 luglio 2010 avevano cessato il rapporto di lavoro per collocazione in mobilità.
CIO’ PREMESSO
si chiede al Ministro del Lavoro quali provvedimenti e/o quali iniziative intenda intraprendere per porre rimedio a questa situazione di chiara disparità di trattamento anche in considerazione dei profili di incostituzionalità della legge stessa, che in ogni caso sta provocando enormi disagi a numerosi lavoratori delle categorie interessate.

CONVEGNO HIV/AIDS A ROMA

Oggi ho partecipato presso l'Istituto Superiore di Sanità a Roma, ad una Conferenza scientifica riguardante le nuove linee guida italiane in HIV e in modo particolare sull'impatto di genere sul trattamento, sull'assistenza e il sociale.

Sono intervenuta come relatrice per il Senato sull'Indagine Conoscitiva che si è proposta di analizzare lo stato dell'accesso alle cure per l'IHIV/AIDS fornite dal SSN su tutto il territorio nazionale.

L'indagine conoscitiva della Commissione Sanità che sto svolgendo, ha una declinazione femminile perchè statisticamente provato che nel mondo le giovani donne sieropositive o in malattia conclamata, rappresentano ormai più del 50 per cento delle persone di età compresa tra i 15 e i 25 anni.

Qual'è la situazione in Italia?

Ad oggi l'infezione da HIV costituisce uno dei fenomeni più complessi della società, il dato più negativo è che oltre il 50 per cento scopre di essere sieropositivo solo a ridosso della diagnosi di malattia conclamata.

La mortalità è sicuramente molto diminuita, grazie alle terapie antiretrovirali, ma allarmante sono le cifre del sommerso: circa 40 mila le presunte infezioni non diagnosticate.

Nel nostro Paese è stato sottovalutato il più importante mezzo per sconfiggere la malattia: la prevenzione e a mio giudizio anche le mancate campagne informative per i nostri giovani sui problemi legati allo stile di vita, senza trascurare i problemi legati alle malattie sessualmente trasmesse.

Ovviamente l'indagine definitiva verificherà se ed in che misura sono presenti differenze nella cura dell'AHI/AIDS a livello regionale o locale, prestando particolare attenzione al problema delle donne, quale popolazione specifica tra i pazienti affetti da HIV.

mercoledì 15 dicembre 2010

OGGI IN COMMISSIONE SANITA' LA RIFORMA GELMINI

Quest'oggi abbiamo esaminato in commissione Sanità, per quanto di competenza, la riforma universitaria (ddl 1905-b).
Il Partito Democratico ha dato parere negativo anche in questa sede.
Questo disegno di legge investe pochissimo sulla ricerca condannando i ricercatori, impedisce l'accesso alle cattedre dei nuovi docenti, aumenta il precariato trasformando la carriera universitaria in un lusso, non introduce una vera innovazione nella governance degli atenei che rimane così ostaggio delle pressioni delle corporazioni.
Ci si aspettava, in questa riforma, una soluzione al conflittuale tra facoltà di Medicina e Ospedali che oramai da molti anni crea solo disagi: un conflitto che non è stato preso in considerazione e che si farà ancor più stridente.
Le risorse, già esigue a quota 246 milioni di euro, sono destinate a diventare ridursi a 24.
Il Governo non sembra curarsi degli studenti e dei ricercatori che manifestano ormai ininterrottamente e pacificamente per le strade e sui tetti, al contrario pensa ai propri problemi interni e a rimettere insieme i pezzi di una maggioranza più debole che mai.
E' necessaria però una precisazione: condanno fermamente quei gruppi di delinquenti, perchè così vanno definiti, che ieri si sono inseriti tra i manifestanti pacifici e organizzati che chiedevano attenzioni al governo.
A quei gruppi, a quei delinquenti, va tutto il mio sdegno perchè rovinano il vero spirito per cui i studenti e i ricercatori manifestano.
Concludo quindi con un ringraziamento a tutte le forze dell'ordine che stanno garantendo la sicurezza e l'incolumità delle persone e che, come detto nei precedenti messaggi, spesso lavorano in condizioni difficili e, a loro volta, vittime di tagli sconsiderati che mettono a repentaglio la loro e la nostra sicurezza.

La fiducia al Senato

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 473 del 14/12/2010
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)


SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

473a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

MARTEDÌ 14 DICEMBRE 2010

_________________

Votazione nominale con appello

PRESIDENTE. Indìco, ai sensi dell'articolo 116 del Regolamento, la votazione nominale con appello sulla proposta di risoluzione n. 1, presentata dai senatori Gasparri, Bricolo e Quagliariello, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.

Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no; coloro i quali intendono astenersi risponderanno di conseguenza.

Ricordo che ciascun senatore chiamato dal senatore Segretario dovrà esprimere il proprio voto passando sotto il banco della Presidenza.

Invito il senatore Segretario a registrarne il voto.

(I predetti senatori rispondono all'appello).]

Estraggo ora a sorte il nome del senatore dal quale avrà inizio la chiama.

(È estratto a sorte il nome della senatrice Bonino).

Invito il senatore Segretario a procedere all'appello iniziando dalla senatrice Bonino.

Il senatore Segretario BUTTI e, successivamente, il senatore Segretario STRADIOTTO fanno l'appello.

Rispondonoi senatori:

Aderenti, Alberti Casellati, Alicata, Allegrini, Amato, Amoruso, Asciutti, Augello, Azzollini;

Balboni, Baldini, Barelli, Battaglia, Benedetti Valentini, Berselli, Bettamio, Bevilacqua, Bianconi, Bodega, Boldi, Bondi, Bonfrisco, Bornacin, Boscetto, Bricolo, Burgaretta Aparo, Butti;

Cagnin, Calabrò, Calderoli, Caliendo, Caligiuri, Camber, Cantoni, Cardiello, Carrara, Caruso, Caselli, Casoli, Castelli, Castro, Centaro, Ciarrapico, Cicolani, Colli, Comincioli, Compagna, Conti, Coronella, Costa, Cuffaro, Cursi, Cutrufo;

D'Alì, D'Ambrosio Lettieri, Davico, De Eccher, De Feo, De Gregorio, De Lillo, Dell'Utri, Delogu, Di Giacomo, Di Stefano, Dini, Divina;

Esposito;

Fantetti, Fasano, Fazzone, Ferrara, Filippi Alberto, Firrarello, Fleres, Fluttero, Fosson, Franco Paolo;

Gallo, Gallone, Gamba, Garavaglia Massimo, Gasparri, Gentile, Ghigo, Giordano, Giovanardi, Giuliano, Gramazio, Grillo;

Izzo;

Latronico, Lauro, Lenna, Leoni, Licastro Scardino, Longo;

Malan, Mantica, Mantovani, Maraventano, Massidda, Matteoli, Mauro, Mazzaracchio, Mazzatorta, Messina, Montani, Monti, Morra, Mugnai, Mura;

Nania, Nespoli, Nessa;

Orsi;

Palma, Palmizio, Paravia, Pastore, Pera, Piccioni, Piccone, Pichetto Fratin, Pisanu, Piscitelli, Pittoni, Possa;

Quagliariello;

Ramponi, Rizzi, Rizzotti;

Saccomanno, Sacconi, Saltamartini, Sanciu, Santini, Saro, Sarro, Scarabosio, Scarpa Bonazza Buora, Sciascia, Serafini Giancarlo, Sibilia, Spadoni Urbani, Speziali, Stancanelli, Stiffoni;

Tancredi, Tofani, Tomassini, Torri, Totaro;

Vaccari, Valentino, Vallardi, Valli, Vicari, Viceconte, Villari, Vizzini;

Zanetta, Zanoletti.

Rispondono noi senatori:

Adamo, Adragna, Agostini, Amati, Andria, Antezza, Armato, Astore;

Baio, Barbolini, Bassoli, Bastico, Belisario, Bertuzzi, Bianchi, Bianco, Biondelli, Blazina, Bonino, Bosone, Bruno, Bubbico, Bugnano;

Cabras, Caforio, Carlino, Carloni, Carofiglio, Casson, Ceccanti, Ceruti, Chiaromonte, Chiti, Chiurazzi, Cosentino, Crisafulli;

D'Alia, D'Ambrosio, De Luca, De Sena, De Toni, Del Vecchio, Della Monica, Della Seta, Di Giovan Paolo, Di Nardo, D'Ubaldo;

Ferrante, Filippi Marco, Finocchiaro, Fioroni, Fistarol, Follini, Fontana, Franco Vittoria;

Galperti, Garavaglia Mariapia, Garraffa, Gasbarri, Ghedini, Giai, Giambrone, Giaretta, Granaiola, Gustavino;

Ichino, Incostante;

Lannutti, Latorre, Leddi, Legnini, Li Gotti, Livi Bacci, Lumia, Lusi;

Magistrelli, Marcenaro, Marcucci, Marinaro, Marini, Marino Ignazio, Marino Mauro Maria, Maritati, Mascitelli, Mazzuconi, Mercatali, Micheloni, Milana, Molinari, Mongiello, Morando, Morri, Musi;

Negri, Nerozzi,

Oliva;

Papania, Pardi, Passoni, Pedica, Pegorer, Perduca, Pertoldi, Pignedoli, Pinotti, Pistorio, Poretti, Procacci;

Randazzo, Ranucci, Roilo, Rossi Nicola, Rossi Paolo, Rusconi, Russo, Rutelli;

Sangalli, Sanna, Sbarbati, Scanu, Serafini Anna, Serra, Sircana, Soliani, Stradiotto;

Tedesco, Tomaselli, Tonini, Treu;

Veronesi, Vimercati, Vita, Vitali;

Zanda, Zavoli.

Si astengono i senatori:

Baldassarri;

Contini;

De Angelis, Digilio;

Germontani;

Menardi, Musso;

Pontone;

Saia;

Valditara, Viespoli.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione e invito i senatori Segretari a procedere al computo dei voti.

(I senatori Segretari procedono al computo dei voti).

PETERLINI (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE). Signor Presidente, intervengo solo per fare una precisazione. Noi, come componenti della Südtiroler Volkspartei, abbiamo dichiarato di astenerci dal voto per fare una vera astensione. Quando, però, c'è l'appello, si dichiara "assenti". Voglio precisare, quindi, che noi siamo presenti in Aula, ma volutamente, per decisione politica, ci siamo astenuti dal voto.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto. È un'osservazione più che pertinente.

Risultato di votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione nominale con appello sulla proposta di risoluzione n. 1, presentata dai senatori Gasparri, Bricolo e Quagliariello, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia:

Senatori presenti

309

Senatori votanti

308

Maggioranza

155

Favorevoli

162

Contrari

135

Astenuti

11

Il Senato approva. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo).

Risulta così preclusa la risoluzione n. 2.

Ho presentato una mozione sull'autismo

Quest'oggi, presentata al Senato la Mozione a mia firma, a sostegno dell'autismo: un richiamo al governo affinchè non resti immobile davanti a migliaia di famiglie che, investite da queste problematiche di estrema delicatezza, cercano nello Stato un sostegno.

Una mozione che impegna il governo a prendere iniziative tangibili a sostegno delle famiglie dei soggetti autistici e che ha trovato accoglienza bipartisan: cofirmatari di questa mia proposta oltre 20 Senatori, in tutto l'arco Parlamentare.

Un segno importante che testimonia che, davanti alla malattia, alle famiglie in difficoltà, alle carenze assistenziali, i cittadini non vogliono vedere conflitto politico ma unità di intenti, voglia di lavorare presto e bene per colmare quei vuoti che lo Stato ha il dovere di colmare.

Ecco il testo della mozione:



Il Senato,

premesso che:

dal 8 al 10 ottobre 2010 si è svolto a Catania il IX Congresso Internazionale di Autism Europe;

esso ha rappresentato un'opportunità di incontro per le persone affette da disturbo dello spettro autistico, per i loro familiari e per i professionisti del settore al fine di condividere informazioni attendibili sui progressi della scienza e sulle migliori pratiche;

i disturbi dello spettro autistico (ASD), che rappresentano una condizione altamente invalidante e a tutt'oggi ancora senza una definizione eziologica certa, costituiscono un rilevante problema di sanità pubblica visti i suoi effetti sulle persone che ne sono affette e sulle loro famiglie:

L'autismo, in particolare, è ormai considerato, secondo le indicazioni consolidate della letteratura internazionale, come una patologia precoce del sistema nervoso centrale che determina una disabilità complessa che colpisce pervasivamente la comunicazione, la socializzazione ed il comportamento;

l'eziologia dell'autismo è, purtroppo, ancora scarsamente conosciuta e non esistono trattamenti farmacologici mirati;

gli studi epidemiologici condotti sia negli Stati Uniti sia in Europa, nell'ultimo decennio, riportano un generalizzato aumento delle diagnosi di autismo, con una prevalenza fino a 8 su 1000 del complesso dei disturbi dello spettro autistico (fonte: Istituto Superiore di Sanità, 2009) e la letteratura internazionale stima la nascita di un bambino con disturbi dello spettro autistico ogni 150 nati;

in Italia, non esistono dati nazionali sulla frequenza dell'autismo nella popolazione; le stime disponibili (Osservatorio Autismo Regione Lombardia) indicano una prevalenza minima di 4,5 casi per 10.000;

le problematiche che le famiglie incontrano in questi casi sono le più disparate:

    l'inadeguata informazione di base dovuta al'insufficiente diffusione di campagne di sensibilizzazione e di divulgazione sul fenomeno

    la mancata applicazione di sistemi standardizzati di criteri per la diagnosi dei casi di autismo, troppo spesso imprecisa e tardiva;

    la carenza di competenze nei servizi per la presa in carico degli individui autistici una volta divenuti adulti;

    la difficoltà di individuare percorsi terapeutici standardizzati, riferendosi soprattutto ai diritti delle persone autistiche, diritti che dovrebbero essere posti al centro del percorso terapeutico;

la complessità e l'eterogeneità delle sindromi autistiche richiedono un significativo supporto alle famiglie per sostenere i processi di inclusione scolastica e sociale delle persone con autismo;

è fondamentale l'esigenza di una più efficiente organizzazione della rete di servizi sanitari specialistici, di diagnosi e trattamento, affinché questi siano accessibili e omogeneamente diffusi in tutti i territori regionali;

è, altresì, importante il ruolo del pediatra di base nei sistemi di valutazione e screening al fine della diagnosi precoce;

impegna il Governo

a promuovere, con adeguati finanziamenti, anche in collaborazione con l'Università, la ricerca nei vari aspetti, da quelli genetici ed eziologici a quelli diagnostici e terapeutici;

ad adottare provvedimenti di carattere generale che impegnino le Regioni a definire modelli organizzativi per la garanzia dei percorsi di diagnosi, presa in cura e trattamento al fine di individuare standard diagnostici e di trattamento adeguati alle ormai consolidate conoscenze internazionali più recenti;

a sostenere le politiche di miglioramento della qualità degli interventi attraverso specifici percorsi di formazione;

ad istituire in collaborazione con le Regioni, un Registro di prevalenza dei disturbi dello spettro autistico

a promuovere forme di coordinamento e collaborazione tra le istituzioni interessate al fine di sostenere i processi di inclusione scolastica e sociale delle persone con autismo;

a prevedere forme di politiche attive dirette ai familiari, sia dal punto di vista del sostegno che dell'informazione e della formazione, avvalendosi anche dell'iniziativa delle associazioni di volontariato.

BIONDELLI

Cofirmatari

FINOCCHIARO, ANDRIA, CHIAROMONTE, CARLINO GRANAIOLA MOLINARI DEL VECCHIO GARAVAGLIA M.P, ARMATO, SACCOMANNO, BAIO DOSSI, CASSON, DOLIANI, SERRA GUSTAVINO, COSENTINO, PERTOLDI, RIZZI F., TOMASSINI, BIANCONI, BOSONE, PIGNEDOLI PORETTI, SERAFINI.

venerdì 10 dicembre 2010

Una serata sulla città della Salute

Giovedì 9 dicembre, presso la sede del consiglio del Quartiere Sud, a Novara, ho partecipato ad un importante incontro pubblico sul tema della sanità, organizzato dal quarto circolo Pd di Novara, dal titolo "La città della salute e della scienza, una realtà da costruire".

Sono intervenuti con me: Roberto D’ INTINO (coord. cardiochirurgia, referente sicurezza assistenziale-R.L.S. ASO Maggiore Novara); Dr. Aurelio PRINO (direttore Struttura Complessa Cure Palliative ASO Maggiore di Novara); Paolo CATTANEO (cons. Regionale giunta Bresso, promotore iter di approvazione “Città della Salute”); Prof. Mario PIRISI (preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università Piemonte Orientale); Carlo COLZANI (Segretario provinciale CISL).

I tagli della Legge stabilità sono clamorosi: lo stato di previsione del Ministero della Salute prevede nel 2010 957 milioni di euro in meno, pari al 43% dello stanziamento complessivo, a causa del mancato aggiornamento dei LEA dal 2001, dopo la revoca del 2008.

A causa di ciò non rientreranno nelle cure l'aggiornamento dell'elenco delle malattie croniche e rare esentate dal pagamento del ticket, le cure domiciliari presso i malati terminali, consultori familiari, centri salute mentale, i servizi di neuropsichiatria per minori e molte altre criticità non troveranno risposta.

L'investimento per la ricerca e l'innovazione è dello 0,6 % e il numero di ricercatori è di 3 ogni 100, quando la media europea è del doppio . Il taglio del Piano si preannuncia netto e trasversale senza attenzione per le Regioni . Gli investimenti nelle opere pubbliche delle infrastrutture sanitarie sono diminuite di un quarto, da 2.120 milioni a 236 milioni: quale ristrutturazuione con un taglio così forte?

Mi chiedo se con la nuova bozza Cota i consorzi, che danno risposta ai comuniservizi ai disabili e anziani che fine faranno visto che li vogliono smantellare e che senso ha accorpare gli ospedali se sul territorio vi sono già ben poche risposte.

Una sanita pubblica con tagli cosi importanti porta a forti dubbi sulla privatizzazione del servizio.

A livello nazionale: Siamo riusciti ad ottenere 100 milioni di euro dopo una protesta pubblica a Roma con presenti i malati di Sla e di questi voglio un fondo per le disbilità gravi.

Per questo oltre gli slogan e le diatribe interne credendo che la politica debba adoperarsi per migliorare le condizioni dei cittadini mi auguro che si torni a discutere di piani concreti non solo nel piano Sanità ma in ogni campo e settore volti a migliorare l'attuale situazione. Meno servizi, meno qualità, meno sanità: Questa è la realtà.

Senatrice Franca Biondelli

giovedì 9 dicembre 2010

SOLIDARIETA' ALLE FORZE DELL'ORDINE CHE MANIFESTANO (ANCHE AD ARCORE...)

Colgo l'occasione per manifestare la mia solidarietà alle forze di polizia che, quest'oggi, stanno manifestando in tutta Italia, per i loro diritti e contro ai tagli al bilancio che presto colpiranno il comparto della Sicurezza.
Questo è il governo che promette un Italia più sicura ma se le cose stanno così diventa difficile capire come questa sicurezza sarà garantita.
Secondo i sindacati Lombardi, alla Polizia di Stato mancano circa 5000 agenti: la Stradale è sotto organico del 45%, la Polfer del 57% e la Polizia postale dell' 80%. A Milano, le 36 volanti una volta disponibili sono state ridotte a 12 e in virtù del blocco del turn-over c'é una nuova assunzione ogni 15 agenti che lasciano i ruoli.
Sono cifre che fanno cadere la maschera a un Governo che ha abbandonato le sue funzioni per pensare ai personalismi di un Premier che non ha a cuore il Paese: purtroppo per lui, però, gli elettori se ne sono accorti.

lunedì 6 dicembre 2010

Il mio intervento in Aula: Legge di Stabilità e Salute

La legge di Stabilità 2011, ancora una volta, conferma che questo Governo non governa, anzi, con la propria assenza politica reca al Paese ed ai cittadini danni ancora maggiori.
Ancora una volta devo rilevare che il testo si caratterizza per la mancanza di scelte politiche, in questo caso di una politica sanitaria senza un progetto o una qualsiasi programmazione.
Sussiste una estrema indeterminatezza sulle risorse disponibili, anche perché è incerto quali prestazioni sanitarie si possano e si debbano erogare.
Lo stato di previsione del Ministero della salute rappresenta una spesa di solo lo 0,2 per cento dell'intero bilancio dello Stato, in ulteriore diminuzione rispetto al bilancio assestato 2010 (0,4 per cento): rispetto alle previsioni assestate per il 2010 si registra una diminuzione di ben 957 milioni di euro, pari al 43,2 per cento dello stanziamento complessivo.
Ed in tale contesto finanziario, è estremamente preoccupante ed inconcepibile che il Governo, ad oggi, non abbia ancora definito e qualificato i LEA (risalenti al 2001 e mai rivisti dopo la revoca del 2008).
Il mancato aggiornamento dei LEA sta avendo gravi ripercussioni sui cittadini - in particolar modo nelle fasce più deboli - costretti in tutto questo tempo a far fronte da soli alle mancate ed auspicate novità previste nel 2008 e mai entrate in vigore, quali il nuovo «nomenclatore Tariffario delle Protesi dei Presidi e degli Ausili», l'aggiornamento dell'elenco delle malattie croniche e rare esentate dal pagamento del ticket, l'introduzione del vaccino anti papilloma virus contro il cancro alla cervice uterina, l'analgesia epidurale che consente di partorire senza dolore, la diagnosi neonatale della sordità congenita e della cataratta congenita, il potenziamento dell'assistenza odontoiatrica attraverso la visita di controllo per tutti e il trattamento delle urgenze, le cure domiciliari soprattutto per i malati nella fase terminale, i servizi socio sanitari come i consultori familiari, i centri di salute mentale, i servizi di neuropsichiatria per i minori, i servizi per i disabili gravi e quelli per le persone con dipendenze patologiche. Ad un elenco che vuole essere solo indicativo e certamente non esaustivo, è urgente, sottolineo urgente, un aggiornamento anche alla luce dei nuovi bisogni di salute, per prendere in carico alcune patologie trascurate come quelle cronico degenerative, per aggiornare l'elenco delle oltre 5000 malattie rare o per eliminare prestazioni diventate ormai obsolete, ed era coerente con la stipula del nuovo «patto per la salute» siglato nel settembre 2006 che, oltre alla stabilità finanziaria ed alla certezza delle regole, propose di ammodernare e migliorare il nostro sistema sanitario.
Il settore della sanità viene duramente colpito sia per effetto di interventi diretti sulle risorse destinate alla sanità sia indirettamente attraverso i tagli alle politiche sociali, che per effetto della integrazione dei servizi socio-sanitari si riversano necessariamente sulla sanità.
Preciso che, per citare un esempio, in Piemonte i consorzi che supportano i comuni nell’erogare servizi ai disabili stanno per essere smantellati. Questo è l’effetto della nuova giunta regionale!
Non deve sfuggire il ruolo degli Enti Locali anch’essi oggetto di preoccupanti riduzione di risorse finanziarie.
Con la soppressione del Fondo per le non autosufficienze della legge finanziaria 2007, in seguito all'"azzeramento" dei 400 milioni di euro stanziati dalla legge finanziaria per l'anno 2010, si rischia di interferire sui livelli essenziali di assistenza e di "congelare" le differenze esistenti sul territorio del nostro Paese;
La soppressione del Fondo per le non autosufficienze rende ancora più arduo affrontare in modo opportuno la sfida - fondamentale per un sistema di welfare che offra risposte adeguate alla realtà - di creare le condizioni culturali e ambientali affinché le persone con disabilità raggiungano la piena partecipazione sociale, in modo da consentire a questi ultimi forme soddisfacenti di integrazione lavorativa, di mobilità, nonché la possibilità di avere relazioni interpersonali e una soddisfacente partecipazione alla vita sociale;
Nonostante la famiglia rappresenti ancora oggi la principale risorsa a disposizione delle persone disabili e anziane per fronteggiare la propria non autosufficienza e le famiglie con almeno un disabile grave siano circa un milione e mezzo, pari a quasi il 7 per cento delle famiglie italiane, il Governo non ha esitato a sottrarre alle persone non autosufficienti ed alle loro famiglie un aiuto sostanziale per fronteggiare una già complessa situazione.
E’ vero che un governo e la maggioranza hanno la libertà di intervenire con le manovre che più ritengono opportune, ma laddove la libertà è maggiore, maggiore è la responsabilità per non aver saputo o voluto dare le risposte adeguate ai nostri cittadini.

Soddisfazione per l'Incontro "Riforma Gelmini" con Mariangela Bastico

Non posso che esprimere soddisfazione per la grande partecipazione di Venerdì scorso, da parte dei Borgomaneresi, all'incontro "I Guai della Riforma Gelmini e le proposte del Partito Democratico.

In una sala gremita, la Collega e Senatrice Mariangela Bastico insieme al Preside della Facoltà di Medicina UNIPMN, Prof. Pirisi, ha illustrato cosa cambia a seguito delle riforme proposte dal Ministro della Pubblica Istruzione.

Ne emerge un quadro non del tutto confortante. Sebbene una razionalizzazione degli sprechi esistenti fosse necessaria, con questa riforma si procede ad una sistematica distruzione di un sistema scolastico che ha dimostrato, per anni, di funzionare in maniera comunque egregia.

Con i tagli introdotti, e con le modifiche allo studio per quanto riguarda l'Università, il panorama si fa desolante.

Un paziente in prognosi riservata - per citare le parole del Prof. Pirisi - il cui decorso non sarà positivo.

Tra i diversi interventi del pubblico, vorrei sottolineare quello relativo all'importanza dell'insegnante di sostegno. Non più una figura generica ma al contrario la necessità di creare figure professionali capaci e specializzate per i diversi tipi di Disabilità.

Una proposta che il PD fa propria ma che, alla luce dei fatti, si muove in una direzione opposta a quella di una riforma che vuol privileggiare la formazione privata - da non confodere col paritario - a scapito di quella pubblica che viene lentamente distrutta.

Oltre 230 emendamenti sono stati presentati dal PD per correggere ciò che nella Riforma non andava, 220 non sono nemmeno stati discussi. Questo la dice lunga sulla volontà di questo ministro di affrontare, con serenità e collaborazione, una Riforma - se di riforma si può parlare - che così com'è non è assolutamente adatta.

Le ripetitive e logore provocazioni della Lega

Il consigliere Giovannoni di Padova dice che non finanzierà più la maratona perchè a vincere sono sempre "i neri, o comunque extracomunitari in mutande".

Oramai non ci sono più parole per commentare e, purtroppo, non si riesce più a stare dietro alle battute demagogiche che continuano a fare gli amministratori della Lega.

Se non vanno bene "i neri in mutande", che si mettano a correre i leghisti in camicia da notte!

Ancora una volta tra i Partigiani

Ho partecipato Domenica ad un raduno promosso dall'ANPI.

Ancora una volta ho accettato volentieri l'invito, tornando tra coloro che come mio padre hanno condiviso un'ideale di Libertà raggiunto con coraggio e abnegazione.

A tutti loro rivolgo un pensiero affettuoso e non posso fare altro che ribadire l'importanza della loro testimonianza. Non solo storica ma anche civile.

Davanti a un'Italia in cui la Costituzione è vista da alcuni come un ostacolo, vedere brillare negli occhi di questi eroi e della loro famiglie l'amore per la patria e l'orgoglio di aver creato una Nazione libera e Democratica mi rincuora.

Invito tutti voi ad approfittare di questi momenti per riscoprire questo pezzo di storia fatto di sofferenze e sacrifici affinché non resti una semplice pagina di Storia ma diventi una scuola di principi sani e saldi.

domenica 5 dicembre 2010

A Bruxelles per la lotta all'HIV

Lunedì e Martedì, in qualità di relatrice del Senato sull'Indagine conoscitiva sulla sindrome HIV, sono stata a Bruxelles al Parlamento Europeo per un importante meeting.

Quella dell'HIV/AIDS permane una questione di estrema delicatezza che non è per nulla rientrata, al contrario, si è abbassata l'attenzione dell'opinione pubblica su questo problema e questo è, senza dubbio, un fatto grave.

Oggi l'HIV è una malattia che contagia sempre più le donne e, un dato molto allarmante, è quello del sommerso: tutte quelle persone che si presume siano state infettate e per le quali hanno una diagnosi precisa. Sono ben 40000.

Ci si deve quindi porre come obbiettivo primario la prevenzione e l'assistenza: vere cure per sconfiggere questa terribile patologia. Dal Rapporto Euro HIV Index, l'Italia risulta in ventisettesima posizione rispetto ai ventinove paesi europei esaminati sulla base quattro parametri chiave rispetto alla prevenzione e alla cura dell'HIV. Un triste primato.

Come si sono comportati i paesi più virtuosi? In primis hanno migliorato la comunicazione, investendo soprattutto su giovani e immigrati, curandosi che l'informazione sia costante e, soprattutto, capillare.

Su questo aspetto, purtroppo, l'Italia è ancora carente.

L'incontro con gli altri Parlamentari Europei e la pianificazione, con loro, dei prossimi passi in questa lunga battaglia, fa parte di un percorso già avviato nel 2008 e che si pone come traguardo un nuovo "approccio culturale alle politiche riguardanti l'HIV".

Un obbiettivo di sicuro ambizioso ma che abbiamo il dovere di perseguire per tutelare al meglio la salute delle nostre comunità e dei nostri cittadini.